Quando la vita cambia, anche gli accordi economici stabiliti in fase di separazione o divorzio possono cambiare. Redditi che calano, nuove spese impreviste, un lavoro che si trasforma, oppure un semplice equilibrio familiare che non è più quello di qualche anno fa. In alcuni casi, l’assegno stabilito dal giudice diventa insostenibile. La maggior parte delle persone, per paura di dover affrontare lunghi procedimenti e per timore di dover vivere situazioni spiacevoli e controproducenti, si ritrovano in una situazione sempre più complicata, con un cappio che si stringe lentamente intorno al collo andando ad impattare negativamente sulla nuova vita, quella post-separazione o divorzio. E la persona che si ritrova in questa situazione inizia a vivere un senso di disagio ed inadeguatezza che impedisce di vivere serenamente le proprie relazioni affettive e finanche il rapporto con i propri figli. Insomma, parliamo evidentemente di un tema delicato, che mette insieme emozioni, responsabilità genitoriali e stabilità economica. Ed è proprio per questo che serve chiarezza, perché nella maggior parte dei casi l’immobilismo non è la scelta giusta, anzi.

Quando si può chiedere una modifica dell’assegno

La legge italiana permette di chiedere una revisione dell’assegno solo quando ci sono cambiamenti oggettivi e rilevanti rispetto alla situazione economica o familiare valutata dal giudice nel momento della separazione. Non bastano sensazioni di ingiustizia o difficoltà temporanee: servono fatti concreti. Il mutamento deve però essere attuale, cioè già verificato al momento della richiesta, e non meramente ipotetico o futuro.

I casi più comuni includono:

– una diminuzione reale e documentata del reddito, non dovuta a scelta volontaria;
– una perdita del lavoro o un cambio professionale significativo;
– un peggioramento delle condizioni di salute che limita la capacità lavorativa;
– nuove spese obbligatorie e inevitabili;
– una crescita importante del reddito dell’altro genitore, tale da alterare l’equilibrio economico iniziale;
– la nascita di una nuova famiglia o di altri figli, se accompagnata da un cambiamento documentato delle risorse a disposizione.

Il principio è semplice: l’assegno deve essere sostenibile e proporzionato. Se non lo è più, la legge permette di intervenire. Ma è necessario dimostrarlo.

Quali documenti servono per chiedere una revisione

Questo è il punto cruciale. Perché una richiesta di modifica dell’assegno non si basa sulle parole: si basa sulle prove.

Tra gli elementi che normalmente vengono valutati ci sono:

– buste paga, CUD o dichiarazioni dei redditi più recenti;
– documenti che attestano la perdita del lavoro o la riduzione dell’orario;
– certificazioni mediche in caso di problemi di salute che incidono sulla capacità lavorativa;
– estratti conto e documentazione relativa alle spese obbligatorie;
– eventuali prove dell’aumento del reddito dell’altro genitore (quando disponibili);
– certificazioni relative a nuovi carichi familiari.

Non si tratta di produrre montagne di carte, ma di dimostrare con chiarezza che l’equilibrio economico familiare è cambiato.

Perché non conviene muoversi da soli

Il giudice valuterà se la modifica richiesta è proporzionata al cambiamento intervenuto: ad esempio, una riduzione dell’assegno sarà possibile solo se il peggioramento economico del coniuge onerato sia effettivo e documentabile. Perciò, la consulenza di un avvocato è fondamentale per impostare correttamente la domanda e valutare le reali possibilità di accoglimento.

Ogni caso è diverso. Ogni storia economica e familiare ha sfumature che vanno interpretate con cura e solo un avvocato può valutare se ci sono davvero i presupposti per chiedere una modifica.

Quando è il momento di chiedere aiuto?

Di solito, quando l’assegno diventa insostenibile, non è un problema che “passa da solo”.
L’accumulo di ritardi nei pagamenti o le tensioni con l’altro genitore possono generare conseguenze serie, anche sul piano legale. La mossa più intelligente è intervenire prima che la situazione peggiori affidandosi ad un avvocato esperto in materia, il quale potrà analizzare la tua situazione economica, verificare l’effettiva sussistenza dei presupposti per una richiesta di revisione e costruire la richiesta stessa in modo solido e credibile.

Se pensi che la tua situazione economica non sia più quella di una volta, oppure se senti che l’assegno non rispecchia più la realtà, il passo successivo è semplice: farti guidare da chi ha l’esperienza per aiutarti davvero.

Per una consulenza dedicata, puoi contattare l’Avvocato Loredana Bombini direttamente tramite lo Studio Legale.